Mocassini Lumberjack. Rigorosamente in camicia. 
  Quando faceva freddo e doveva far sicura, tirava fuori i suoi guanti da sci rattoppati con lo scotch americano. 
    Aspetto e atteggiamento schivo e da burbero.
      Ma quando lo conoscevi meglio, ti rendevi conto che era buono come un Padre.

- Pensi di fare Crosticine con quei gabinetti li nei piedi? - mi chiese guardandomi mentre ero appeso nel crux...

SIGNORI... LUI È IL B O S S

Pietro Vanzi: ex 69kg. Ma sempre 176cm in altezza!

Pietro, qualcuno vociferava che all'inizio avevi un aspetto un po' folcloristico! È vero?

il Boss e Marcello
Il Boss e Marcello

Quando cominciai a scalare portavo gli occhiali - che tutt'ora porto - la bombetta nera Inglese (una sorta di capellino stile Charlie Chaplin) e i guantini senza dita in pelle, fatti da mia Madre per le fessure.

Erano i tempi che si faceva il 5c al massimo. La sabbia mi ha sempre dato fastidio. Ecco perché l'utilizzo degli occhiali.

Raccontaci un poco della tua esperienza arrampicatoria. I tuoi inizi.

Ho cominciato a scalare con mio fratello nel 1980 e dopo con quelli del CAI. Mi ricordo che all'epoca a Badolo c'erano 6-7 vie: La GIANNI, la LUSTRE, la ROSA (che in origine aveva SOLO 5 chiodi) e 2-3 fessure.

Poi, nel 1983 ho conosciuto mia moglie che è diventata la mia compagna di cordata fissa.

A Fosso quando hai messo piede?

Mi parlò di Fosso Alberto Corticelli una sera che c'eravamo incontrati a Badolo. Aveva chiodato 2 vie a Fosso Vecchio (nell'attuale settore No Chances) e mi chiesi di provarle.

All'inizio non ero entusiasta perche sostanzialmente non avevo il livello. Dopo, in un secondo periodo (inizio anni ’90) frequentavo Fosso assai!

E ho lasciato la mia firma: 4 vie di cui AVOR e ZETA di cui vado molto fiero (oltre ad avere un significato profondo per me). E poi mi ricordo che il periodo autunno 1992 - autunno 1993 c'era più gente che frequentava Fosso che Badolo...

Tant’è che proprio l’Inverno del 1993 il proprietario (sig. Selvatici) mise il filo spinato e i rapporti con lui erano molto tesi...

Mi ricordo che hai sempre utilizzato l’otto “ in maniera veloce” per fare sicura... anche dopo l’apparizione dei mezzi automatici. Perché?

Il Grigri costava e costa troppo. L’otto ce l’avevo da quando ho cominciato. E poi, sinceramente, ne ho viste di cotte e di crude con il Grigri...

Pietro, in tutti questi anni... ti hanno mai aperto la macchina a Fosso o Badolo?

No! La mia macchina è sempre aperta e se non piove, tengo anche i finestrini giù!

Raccontaci un po' della famosa “sicura alla CAI“

Dobbiamo tornare indietro negli anni fino al 1985 circa.

Era molto frequente allora e direi decisamente economica... l’assicurazione del compagno con una fettuccia avvolta su un albero! Non - cioè - direttamente all’imbrago! Fettuccia poi di solito non strozzata! Mi ricordo un incidente sulla “Trappola del topo“ a Badolo Basso, successo a causa di questo tipo di assicurazione! Ecco perché è stata la svolta poi con l’imbragatura bassa e l’ASSICURAZIONE SULL’ IMBRAGO!.

Mi ricordo i primi imbraghi bassi TROLL e i personaggi del CAI che gridavano allo scandalo, dicendo: “ma voi siete pazzi! L’assicurazione va fatta all’albero!”. Mi ricordo ancora il loro stupore e successivo incazzo, quando gli risposi “ma se l’albero non cè... cosa facciamo?“

Hai spesso parlato di una “Mina Liberatoria” . Di cosa si tratta ?

La Mina Liberatoria? E’ quando arrivo sotto la parete dopo 8 ore di lavoro e sento che non arrampico bene perché m’hanno ingastrito la Vita, m’hanno fatto il mobing a lavorare... m’hanno messo in cassa integrazione...

Allora ho bisogno di un VOLO VOLONTARIO, LUNGO e LIBERATORIO.

E se non basta uno e mi sento ancora compresso, allora segue un secondo e prego che chi mi sta facendo sicura sotto mi dia un po' di lasco perché ho bisogno di fare una Mina da 6-7 metri.

Comunque, consiglio a tutti quelli che scalano da primi di fare delle "mine". Magari non sono sempre liberatorie ma aiutano e danno un GROSSO CONTRIBUTO ad aumentare il livello del Climber!

Pietro quali sono i perché che ti trascinano alla base delle falesie?

Scalo per dimenticare i miei guai come ho citato anche nell’ormai leggendario e raro video di “Una vita sulla Cengia”.

Quando hai dei problemi a casa, cerchi con un Dolore, una paura Ancestrale, viscerale di scaricare un altro dolore.

E cosi, quando sei lì da primo, con il chiodo sotto di un paio di metri... hai degli altri casini...

Chi sono gli “ATEI” che tu spesso nomini?

Gli atei sono tanti.

Sono quelli che non apprezzano le belle vie.

Sono quelli che non usano come si deve i piedi.

Sono quelli che provando le vie di Corticelli, esclamano appena appesi: ”che brutta via! ”.

Sono quelli che non CREDONO! Non credono e non hanno Fede in quel che fanno. Uno che viene a scalare nei nostri SACRI TEMPI, lo deve fare con molta UMILTÀ e rispetto.

Che significato hanno per te le vie AVOR e ZETA?

Faccio una premessa riguardo i nomi: ho avuto la fortuna di sentire dentro di me cose delle mie vite passate.

In una di queste “Vite Spirituali” ero il principe Avor e Zeta era il mio Padre. Adesso, diciamo che Zeta è la mia Guida Spirituale.

Zeta è anche la mia via preferita di sempre. Per me, è stata sempre una via MISTICA. Una via che mi è venuta pulita solo 2 volte! Una di queste, è stata ripresa da Piero Dalla e c'é sul celebre video “UNA VITA SULLA CENGIA“.

Avor e Zeta poi sono 2 vie che non le ho costruite, diciamo. Ho scavato veramente poco. Ho seguito il mio Istinto e le venature e ondulazioni naturali che ci sono in quella fetta di arenaria compatta del Canyon. L’unica cosa che ho scavato era la pancia di Avor perché veramente lì non c’era niente.

Pietro,qual è il tuo libro preferito?

Dieci storie Zen di Osho.